Dopo molto tempo, torno a scrivere qui sul blog e prendo spunto per raccogliere qualche idea e dare ordine ai miei pensieri, ultimamente vorticosi, confusi, carichi di emozioni contrastanti.
Che cosa è cambiato per me durante e dopo il blocco a causa del Covid? Tutto.
Come prima cosa, mi sono trovata da un giorno al seguente catapultata in un mondo nuovo, in assetto di guerra, che non riconoscevo. Non me lo sarei mai aspettata; non così. E’ stato molto simile a quando sono stata falciata sulle strisce pedonali e mi sono fratturata il bacino. In una frazione di secondo la vita è cambiata in ogni aspetto.
Sono crollate praticamente tutte le certezze su cui in genere baso la mia vita quotidiana. Qualcuno (Hume) diceva che, se il sole fino ad oggi è sorto tutte le mattine, ciò non significa che abbiamo la certezza che domani sorga ancora. E in effetti mi sono trovata a riflettere su quante cose io dia per scontate (uscire di casa, lavorare, poter frequentare le persone care…) e quindi le consideri certezze, quando non lo sono affatto.
Spesso confondiamo la probabilità che una cosa accada con una certezza.
Ho messo a fuoco solo nei giorni seguenti, quando il cervello per inerzia mi diceva ‘ok, domani puoi andare a Biella dai tuoi a trovarli’, ‘mi è rimasta abbastanza benzina per andare a lavoro questa settimana?’ e quando mi dicevo ‘tiro giù la tapparella così non sento le chiacchiere degli studenti qui sotto, all’uscita dalla sala studi’ e tante altre cose legate soprattutto al contatto umano.
Vivo sola e vi giuro che essere privata di contatto fisico è stato l’aspetto che mi è pesato di più. Non una stretta di mano, un abbraccio, un bacio per più di due mesi. Non penso sia umano. Credo che in un paese civilizzato dovrebbe essere vietato – al posto che previsto – imporre una condizione simile. Una delle mie nuove consapevolezze è proprio questa: se non metti la persona al centro del ragionamento, la soluzione potrà essere estremamente deludente per la persona. Se sei focalizzato sul virus, prenderai decisioni che riguardano il virus. Se sei focalizzato sui banchi, prenderai decisioni che riguardano i banchi e che con tutta probabilità saranno insensate e poco affini alle priorità e al benessere delle persone, dei ragazzi, degli insegnanti, dei genitori.
Mi trovo quindi oggi in un nuovo mondo: un mio nuovo mondo interno, fatto di nuovi pensieri e consapevolezze importanti e contemporaneamente un mondo nuovo esterno a me, che non mi rispecchia e non mi convince.
L’unico valore che non si è modificato per me è quello dell’impegno. Mai come ora ‘il faut s’engager’