FAQ n.1: che cosa significa COACH?
in genere, i conoscenti che vengono a sapere che di lavoro ora ‘faccio il coach’, mi chiedono ‘carla, scusa ma chi alleni????’ e, vista la mia proverbiale pigrizia, mi verrebbe da rispondere a volte ‘una squadra di lottatori di sumo’ altre volte ‘un team di mangiatori di lasagne dell’emilia romagna: li alleno per lo show dei record’.
ricomponendomi, molti collegano la parola ‘coach’ all’allenatore sportivo, il mister della squadra! l’etimologia della parola ‘coach’ deriva in realtà dal nome pressoché impronunciabile di un’antica cittadina ungherese (Kocsis o Koczi) dove si producevano carrozze di pregio, per le famiglie reali. ancor oggi in lingua inglese ‘coach’ significa anche carrozza, carrozza del treno – lo potete vedere anche alla stazione! e ‘el coache’ in spagnolo non significa forse automobile? se vogliamo pensare alla nostra lingua, possiamo riflettere su ‘cocchio’ e ‘cocchiere’!
ebbene sì, il coaching come metodologia ha a che fare con il viaggio e può essere paragonato ad un mezzo di trasporto, che ti permetta di spostarti dalla tua situazione attuale verso il raggiungimento del tuo obiettivo!
il ‘coach’ è il professionista che ti supporta durante il viaggio; il ‘coachee’ sei tu quando ti rivolgi ad un coach!
bene: vuoi salire sulla carrozza?
FAQ n.2: a chi può servire un percorso di coaching?
nella FAQ n.1, ti ho parlato del coaching come di un viaggio verso una destinazione! e infatti il coach supporta il suo coachee (cioè il suo cliente) verso il raggiungimento di un obiettivo.
quindi posso dire che, in generale, un percorso di coaching sia di supporto a chi si ponga un nuovo obiettivo, di vita personale e/o lavorativa, e non sappia come raggiungerlo in autonomia. l’obiettivo può coincidere anche con la risoluzione di un problema, fare chiarezza su una situazione nebulosa, scoprire le proprie capacità, rendersi maggiormente consapevoli, conseguire la laurea, cambiare lavoro, separarsi….e altro!
la prima domanda che un coach ti pone è ‘qual è il tuo obiettivo per il percorso di coaching?’, ovvero ‘ti riterrai soddisfatto del lavoro svolto insieme se….?’ e te lo richiede ad ogni sessione!
riprendendo la metafora del viaggio: a quale destinazione vuoi arrivare? dove vorrai scendere dalla carrozza del treno?
n.b.: se sei ‘in patologia’ ovvero hai sintomi e problematiche che si addicono ad un percorso di psicoterapia, psicologico, psichiatrico (attacchi di panico, attacchi d’ansia, sindrome depressiva…) il coaching non è la scelta adatta per affrontare questa situazione.
FAQ n.3: come avviene una sessione di coaching?
una sessione di coaching consiste in un colloquio di 1h., i cui contenuti sono riservati e non possono essere divulgati. la sessione si effettua seduti su due sedie posizionate l’una di fronte all’altra, in genere senza frapporre alcun ‘ostacolo’ (no tavoli, scrivanie…), in modo da vedersi e parlarsi direttamente.
durante il colloquio il coach ti ascolta, ti fa alcune domande e ti offre dei feedback, ovvero alcune riflessioni tratte dalla metodologia di coaching. il coach chiederà a te se queste riflessioni ti possano essere utili, se ti diano nuovi spunti per cambiare punto di vista sulla tua situazione attuale e di conseguenza intraprendere nuove azioni per dirigerti verso il tuo obiettivo. il coaching parte dal presupposto che la persona abbia già in sé le capacità e le soluzioni per affrontare i propri problemi: le domande e i feedback che il coach ti propone servono appunto per far emergere tue nuove opinioni funzionali al raggiungimento del tuo obiettivo. il coach non ha soluzioni per te: ha domande e riflessioni per stimolare le tue soluzioni!
FAQ n.4: quanto dura un percorso di coaching?
ogni persona è un mondo a sé e pertanto non è possibile stabilire con precisione né in anticipo quanto durerà un percorso di coaching perché si percepiscano i primi risultati. in genere, i percorsi di coaching durano da 3 a 7 sessioni, per cui potrei dire che in media in 5 incontri si possa svolgere un ‘buon’ percorso di coaching. le sessioni sono normalmente a cadenza quindicinale, per lasciare al coachee (il cliente del coach) il tempo di riflettere e di coltivare nuovi pensieri e nuove azioni. la frequenza degli incontri è comunque concordata con il coachee: ci sono coachee che sentono una maggiore urgenza di vedersi e quindi è possibile fissare incontri settimanali, altri che preferiscono intervalli più lunghi, per poter lavorare in autonomia su quanto emerso in sessione.
FAQ n.5: il coach mi aiuta, mi dice che cosa devo fare per risolvere?
assolutamente no! il coach non è un consulente e non ha soluzioni per te! dare consigli e dire che cosa fare ad un coachee è vietato per un coach! il coach ti supporta con l’ascolto attivo, le domande e i feedback tratti dal coaching, che sono sempre e solo riflessioni che ti offre e su cui sarai tu a fare una valutazione su quanto ti possano essere utili o meno per raggiungere il tuo obiettivo. secondo la metodologia di coaching, le risposte sono in te e il coach è impegnato al 100% nel percorso di coaching per far emergere da te tuoi nuovi punti di vista che ti portino a pensare nuove cose e di conseguenza a intraprendere nuove azioni. la posizione del coach non è mai quella di ‘forzare’, ‘spingere’, ‘promuovere’: è quella di chiedere al coachee che cosa ne pensi e che cosa intenda fare!
FAQ n.6: il coaching analizza il mio passato?
no. il coaching è uno strumento per modificare i tuoi pensieri nel presente per costruire un futuro differente per te. se porti un avvenimento del passato in una sessione di coaching il coach ti porrà domande sull’oggi, quali ‘mi hai raccontato che cosa ti è capitato 10 anni fa. che cosa hai imparato da quell’esperienza? che cosa ne pensi oggi? che cosa vuoi fartene di ciò che ti è accaduto?’. le dimensioni temporali del coaching sono prevalentemente l’oggi in vista di un domani, con un obiettivo che ti proponi di raggiungere.
FAQ n.7: il coach viene pagato al raggiungimento del risultato del cliente?
no, come in molte altre professioni, il coach viene pagato in base al numero di sessioni erogate al coachee, anche quando il percorso non dia i risultati voluti. il coach è impegnato al 100% in sessione a mettere in campo professionalmente il metodo di coaching per supportare il cliente nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato. non tutto dipende dal coach. la ‘buona riuscita’ di un percorso di coaching dipende molto anche dal coachee, da quanto sia disposto ad interrogarsi, a mettere in atto cambiamenti, a prendere degli impegni con se stesso e per se stesso e a realizzarli. è possibile anche che un percorso si concluda senza apparenti risultati e che poi i risultati vengano raggiunti in un secondo tempo, grazie agli strumenti di coaching su cui si è lavorato in sessione. altre volte, il percorso si conclude con la presa di consapevolezza da parte del coachee (anche questo è un risultato!) di non essere nella condizione di voler e poter cambiare ora.
FAQ n.8: che differenza c’è tra coaching e psicoterapia?
premessa: se sei ‘in patologia’ ovvero hai sintomi e problematiche che si addicono ad un percorso di psicoterapia, psicologico, psichiatrico (attacchi di panico, attacchi d’ansia, sindrome depressiva…) il coaching non è la scelta adatta per affrontare questa situazione.
il coaching è rivolto a persone che non siano in situazione di ‘patologia’. inoltre, la metodologia di coaching non indaga nel tuo passato, né sulle cause ‘antiche’ dei tuoi pensieri e dei tuoi comportamenti. il coach lavora con te sulle tue opinioni presenti, al fine di stimolare in te nuovi punti di vista, che emergano da te e che ti portino a raggiungere i risultati che desideri per te.