Carla Malinverni Coach

l’anno che sta arrivando…

tra un anno passerà:-) di questo sono certa. bene, visto che ho appena rivoluzionato gran parte della mia vita, mi sono chiesta: ‘carletta, come lo vorresti ‘sto 2016?’. ebbene ho trovato risposta in 5 minuti: lo vorrei ‘vulnerabile’ questo 2016. in coaching, a differenza che nella nostra cultura, soprattutto lavorativa, la vulnerabilità apre spazi di possibilità, in quanto ci rende umani, contempla che si possa sbagliare e chiedere aiuto ad altri e che si possa dire ‘non lo so’, ‘non ce la faccio’, ‘senza di te mi sento persa’, ‘ti amo’, ‘oggi sto malissimo’, ‘mi manchi’ e tante altre cose che pensiamo nella nostra capacozza e che per cultura non verbalizziamo, soprattutto noi donne che siamo cresciute col mito di wonder woman. la vulnerabilità è una dichiarazione di umanità e quindi spesso crea empatia negli altri. per cui io mi concederò un 2016 di vulnerabilità e vi auguro un anno vulnerabile! augurijoachi62

‘sono convinto che il matrimonio sia una malattia mortale e quindi non l’ho praticato e ne sono rimasto esente, però molti si sono sposati e ne conoscono bene il male, ma, benché sia su questa posizione così estrema, mi commuovo persino io a vedere il dipinto in cui si esalta nel modo più alto il rapporto coniugale. […] ebbene, il loro volto, così come dovrebbe essere nel valore ideale del matrimonio, diventa uno solo: hanno due occhi e un naso, perché il pittore li mette in una posizione tale che diventano come una cosa sola. […] e mai nella pittura un valore umano, sentimentale, di dolcezza, di trasmissione di sentimenti e di emozioni era stato espresso prima di giotto’ (v. sgarbi)

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